Post by Alex on Jun 6, 2006 11:21:30 GMT -5
Capitolo 1 - Pilot
I signori Bouvier sembravano veramente agitati. Non facevano altro che camminare avanti e indietro nel salotto, guardando fuori dalla finestra, poi lanciando un’occhiata all’orologio a parete appeso sopra il caminetto, mentre si aggiustavano freneticamente camicia, capelli, pantaloni.
I loro figli, Pierre e Fe, se ne stavano seduti sul grande divano foderato di pelle nera, davanti alla televisione. Come al solito, Pierre teneva il telecomando e non faceva altro che cambiare canale ogni 5 secondi. Cronometrati da Fe.
“Scusate, ma se io me ne vado da David? Tanto non è che faccia molta differenza, se ci sono anche io o no, giusto?” chiese Pierre speranzoso, guardando prima sua madre e poi suo padre.
Entrambi gli lanciarono un’occhiataccia.
“Eh, non sarebbe giusto scusa! Allora esco pure io, se te ne vai te!” protesto Fe aggrottando le sopraciglia e incrociando le braccia davanti al petto.
Pierre non riuscì a trattenere una risatina fastidiosa.
”E con chi esci? Con gli amici immaginari?” chiese prendendola in giro.
Ancora una volta i suoi genitori lo fulminarono con lo sguardo.
“Smettetela, tutti e due!” esclamò la loro madre sbuffando “Non andrete da nessuna parte, oggi. Starete qui con noi e faremo tutti insieme la conoscenza di Alex…” disse spostando la tenda bianca e guardando fuori dalla grande vetrata del salotto, che dava sulla strada.
Erano in quella stanza da almeno un’ora, e Alex era gia in ritardo di trenta minuti.
“E io che Alex la conosco gia, posso andare a vedere la partita di Hockey con i miei colleghi?” scherzò il signor Bouvier, che però capì che la battuta era di poco gusto quando sua moglie gli diede un pizzico sul braccio sinistro.
“Comunque, voi siete tutti matti…” borbottò dopo un po’ Pierre, cambiando nuovamente canale con il telecomando.
Suo padre lo guardò confuso.
“Perché mai?”
“Beh, questa è stata cacciata di casa dalla madre, come vi viene in mente di ospitarla? Cioè, se nemmeno sua madre è riuscita a sopportarla, figuratevi voi due, che gia non sopportate nemmeno me e Fe…” spiegò scrollando le spalle.
“Ti ricordo che anche lei è mia figlia…” disse il padre “Non potevo certo lasciarla per strada…”.
“Hey, credo sia arrivata!” li interrupe la signora Bouvier, ancora con lo sguardo fuori dalla finestra, non appena un taxi si fermò proprio davanti la loro villetta.
Pierre roteò gli occhi sbuffando.
“Finalmente…” mormorò alzandosi in piedi insieme alla sorella.
Tutti e quattro si incamminarono verso la porta d’entrata ed uscirono nel vialetto.
Una ragazza con i capelli castani e qualche ciocca bionda, non molto alta, dalla pelle chiarissima e due piercing al labbro, scese dal taxi sbattendo la portiera dell’auto e senza nemmeno degnarli di uno sguardo aspettò che l’autista l’aiutasse a prendere le sue valige e i suoi pacchi dal portabagagli.
Suo padre, il signor Bouvier, si avvicinò a loro e gli diede una mano per portare dentro i bagagli.
Sistemò le cose sul pavimento del salotto e poi pagò l’autista, e fece accomodare Alex sul divano di pelle.
Lei non aveva ancora detto nemmeno una parola. Nemmeno un “Ciao”.
Si guardava intorno. La casa sembrava enorme. Molto diversa da quella dove abitava con sua madre, ex ragazza del signor Bouvier.
“Benvenuta, Alex…” sorrise dolcemente la madre di Pierre e Fe sedendosi su una poltroncina di fronte alla ragazza.
Alex accennò un sorriso.
“A me sembra una stronza…” mormorò Pierre nell’orecchio della sorella, che scrollò le spalle e si sedette accanto ad Alex.
“Io sono Fe…” disse porgendole la mano ed arrossendo imbarazzata.
Alex la guardò e scrollò le spalle.
“E io sono Alex…” disse in modo un po’ brusco.
Poi guardò Pierre, che se ne stava in piedi a lanciare occhiate all’orologio sulla parete.
“Beh, dobbiamo starcene qui seduti in silenzio o posso andare a posare le mie cose? Sono un po’ stanca…” disse Alex alzandosi in piedi e guardando suo padre.
Lui si schiarì la gola ed indicò sua figlia Fe.
“Fe, mostrale la sua stanza ed aiutala a mettere a posto le sue cose… Potremo parlare di noi a cena…”.
Fe sbuffando si alzo ed afferrò qualche valigia, facendo strada alla sua sorellastra verso il piano superiore.
Alex prese il resto delle sue cose e la seguì.
Insieme entrarono in una camera ordinatissima, che profumava di prodotti per pulire la casa e lavanda.
La stanza era la prima nel corridoio, la più vicina alle scale. C’era un grande letto matrimoniale e due enormi armadi bianchi. Una scrivania in legno messa proprio sotto la finestra, accanto al lettone, e una porta di legno scuro che dava al bagno personale.
Non era affatto male. Sicuramente meglio della vecchia camera di Alex, che era grande più o meno la metà ed era gia tanto se c’era il letto e una cassettiera.
Mentre Alex cominciò a mettere i suoi vestiti nell’armadio, Fe si sedette sul letto e si guardò intorno.
“Come mai tua madre ti ha cacciata?” chiese quasi mormorando, mangiandosi le unghie e sperando di non sembrare troppo impicciona.
Alex la guardò e sorrise “Chi ti ha raccontato questa stronzata, scusa?” chiese ridendo, mentre riponeva un paio di magliette rosa in un cassetto.
Fe arrossì.
“Beh, papà ci ha detto che sei venuta a stare qui perché tua madre ti ha cacciata…” disse scrollando le spalle.
Alex giocherellò con il suo piercing sotto al labbro.
“Beh, tuo padre vi ha raccontato una cazzata…” disse lei “Me ne sono andata io…”.
“Lui è anche TUO padre…” sottolineò Fe, aggrottando le sopraciglia. In un certo senso, quel modo di fare di Alex, così scontroso e anche maleducato, un po’ le piaceva, ma allo stesso tempo non lo sopportava. Non sopportava il fatto che nonostante l’ospitalità, questa non riusciva nemmeno a fingersi gentile.
“Un padre mica abbandona la sua famiglia per farsene un’altra…” le rispose Alex scrollando le spalle e tornando a mettere a posto i suoi vestiti.
Fe la guardò per qualche istante.
In effetti non aveva tutti i torti. Suo padre e la madre di Fe e Pierre si erano conosciuti quando Alex aveva appena qualche mese, e “scapparono” insieme quando dopo nemmeno un mese, lei rimase incinta di Pierre. Da allora il signor Bouvier al massimo telefonava ad Alex a Natale o il giorno del suo compleanno. Quando lei compì 15 anni andò a trovarla per la prima volta a Toronto, dove lei viveva con la madre, e da allora si erano visti più o meno una volta l’anno. Niente di troppo entusiasmante.
Ora che Alex aveva deciso di andare via di casa, dato che sua madre poteva a mala pena permettersi di pagare l’affitto dell’appartamento e qualche schifezza per il pranzo e la cena, suo padre si era deciso di ospitarla a casa sua, con la sua nuova famiglia. Nonostante il gesto gentile, Alex non riusciva proprio a considerarlo un uomo da apprezzare. Si era comportato male con lei e sua madre e nulla avrebbe mai potuto cambiare l’opinione che si era fatta ormai di lui.
“Come si chiama tuo fratello?” chiese Alex non appena finì di sistemare la metà delle sue cose, buttandosi di peso sul letto.
“Pierre… e giusto per avvisarti, è un coglione totale…” rispose Fe roteando gli occhi.
“Si?” rise Alex mettendosi a sedere sul letto con le gambe incrociate.
Fe fece segno di si con la testa “E la maggior parte dei suoi amici sono coglioni anche loro…” continuò, guardando la sorellastra. Doveva ammettere che comunque si somigliavano anche abbastanza. L’unica differenza era che mentre Alex sembrava proprio una di quelle ragazze piene di esperienza in ogni campo, di quelle che le hanno viste di tutti i colori e cose del genere, Fe guardandosi non poteva fare a meno di sentirsi piccolissima. Come se lei il mondo nemmeno lo conoscesse.
“Che fate voi, durante il giorno?” domandò Alex mangiandosi le unghie dipinte di nero.
Fe scrollò le spalle.
“Io non è che faccia molto, sinceramente, a parte andare a scuola la mattina e stare in internet il resto della giornata… Al massimo esco con qualche compagna di scuola, ma niente di interessante, sinceramente…. Nemmeno mi piacciono, i miei compagni di scuola…” mormorò.
“Dici sul serio? Cioè, non fai davvero nulla? Niente feste la sera, niente birra, niente droga, bei ragazzi…?” chiese Alex alzando le sopraciglia e sembrando sorpresa.
Cominciava a pensare che fosse davvero noioso, vivere lì.
Fe scrollò le spalle arrossendo.
“Gia, niente del genere…” disse. “Al massimo Pierre ogni tanto si scatena con i suoi amici… Suonano in un gruppo, ed ogni tanto fanno qualche serata qua e là per locali o Festival poco importanti… però sono niente male…” sorrise Fe. Quasi si vergognava di ammettere che fino ad ora non aveva mai fatto nulla di troppo entusiasmante.
“Oh, adoro la musica! Vorrei proprio sentire che roba suonano, sai?” sorrise Alex alzandosi. “E’ possibile?”.
Adesso cominciava gia a sembrare più “docile”.
Fe si alzò dal letto e sorrise.
“Se vuoi posso chiedere a Pierre di farci assistere alle prove della band la prossima volta che le faranno…”.
Alex sorrise nuovamente.
“Sarebbe fantastico…” esclamò.
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Please please fatemi sapere che ne pensate, così magari continuo a scrivere o lascio perdere del tutto...
xox
Alex